- Governo aperto
Prima di partire per le vacanze, partecipa alla sessione informativa del Master in Amministrazione Elettronica e Open Government (25 luglio)
Il Mediatore ha pubblicato la relazione"Il diritto di accesso all’informazione pubblica 2023”, un documento che monitora uno degli ambiti che, secondo la legge 19/2024, del 29 dicembre, sulla trasparenza, l'accesso alle informazioni pubbliche e il buon governo, questo organismo deve valutare: quello dell'accesso alle informazioni pubbliche, cioè diciamo, il diritto soggettivo delle persone di richiedere e ottenere le informazioni detenute dalle amministrazioni.
Secondo questo rapporto, durante l'anno 2023 si è verificato un aumento di Il 34% delle richieste di accesso a informazioni pubbliche.
In questo senso, e se guardiamo nello specifico ai soggetti che attualmente dispongono della soluzione di trattamento elettronico e-TRAM offerta dall'AOC (attualmente mille), notiamo che i dati di trattamento elettronico per la "Richiesta di" accesso a informazioni pubbliche ( SAIP)" seguono l'evoluzione positiva individuata dalla relazione del Mediatore.
Quindi, se nel 2022 sono state effettuate 2.482 procedure SAIP e-TRAM, nel 2023 tale cifra sale a 3.246 procedure, vale a dire con un incremento annuo di oltre il 30%. Questi dati sono molto in accordo con la relazione del Garante, che indica un aumento globale del trattamento dei SAIP del 34% (per tutte le pubbliche amministrazioni analizzate, e per tutti i canali di trattamento disponibili).
Tenuto conto che l’aumento delle richieste è avvenuto soprattutto a livello comunale (nei consigli comunali dei comuni con meno di 5.000 abitanti), il sindaco chiede il sostegno degli organi sovracomunali per far approvare queste procedure standardizzate e anche per formare i dipendenti personale che opera in queste amministrazioni.
Vale la pena dire che, nonostante questo aumento, solo il 5% delle amministrazioni ha una procedura da elaborare richieste di accesso alle informazioni pubbliche che ricevono e solo il 17,4% dispone di un'unità informativa, che è l'organismo incaricato di elaborare e gestire tali richieste, secondo la normativa.
Il rapporto lo rileva anche Il 15% delle richieste non vengono risolte, e quello dentro Il 42% dei casi valutati ha dovuto richiedere la consegna delle informazioni dopo che l'Amministrazione non ha risposto alla richiesta.
Per quanto riguarda i moduli, il Garante dei reclami ha più volte richiesto la loro rettifica
modulistica precedentemente implementata nelle amministrazioni. Un esempio: rimuovere la motivazione come campo obbligatorio. Il Consorzio AOC ha eliminato tale obbligo nel 2021 e ciò ha comportato a riduzione del numero dei comuni che lo richiedono, dal 96% al 4%. Al riguardo, il Garante sottolinea “lo sforzo del Consorzio AOC, nella misura in cui qualsiasi modifica apportata da questo consorzio al modello formativo ha un impatto diretto sulla modulistica di molte amministrazioni.
Un altro elemento da migliorare è quello L'84% delle amministrazioni non sono classificate tematicamente richieste di accesso, quindi non possono rilevare le richieste più ricorrenti. Pertanto, è necessario adottare un criterio di classificazione tematica omogenea come fatto, ad esempio, dal Consorzio AOC, secondo il modello di classificazione proposto dall’Open Governments Network of Catalogna (XGOC).
Si rilevano carenze anche nelle comunicazioni di tali delibere, perché spesso vengono inviate tramite posta elettronica e non soddisfano i requisiti stabiliti dalla normativa né forniscono tutte le informazioni che devono essere incluse in ogni comunicazione. Quindi, ad esempio, nel 63% dei casi la persona non è informata delle possibilità di ricorso a sua disposizione nel caso in cui non sei d'accordo con la risoluzione.
Comunicazione chiara
Il curatore precisa che, se si vuole un'amministrazione più trasparente e accessibile, la delibera e la documentazione consegnata devono essere scritte in un linguaggio molto più chiaro e comprensibile. Si sottolinea inoltre che le risoluzioni dovrebbero includere informazioni sulla persona o l'unità con cui comunicare in caso di necessità di assistenza o consulenza. Attualmente ciò avviene solo nel 18% dei casi.
Va notato che nel Al 100% delle amministrazioni analizzate la domanda può essere presentata di persona, anche se il 14% necessita di un appuntamento per farlo. In questo senso il sindacato chiede di rafforzare il canale in presenza e di eliminare questa esigenza, con l'obiettivo di evitare di escludere molte persone a causa del divario digitale.